Economia
Nella borgata di Santo Stefano (Caro) troviamo vecchie piante di ulivo mentre sulla collina morenica che va dal castello delle Menate a Pietra Calva (piera Tsarva) è terreno dei mandorli.
Molto importante per l'economia agricola Giaglionese è la produzione orticola (località Cota, Grimoun, Fountana, Clot, Antariò.) ora quasi esclusivamente utilizzate per l'autoconsumo familiare.
Antiche varietà di mele continuano a coltivarsi nei fertili terreni della (Tsèina, Tsan, Laveu, Mourie, Counto è brèida.) sono i cantin, renette, giacchette, mantuane per le pere molto comuni sono ancora i martin sec, brut e bun, sèin dzouzet, sèin loureun ed una particolarità di pere a polpa rossa.
Sono famosi i marroni delle aree di Bernee, èidutra, Baraoudeus e Pradzuva ed i grandi castagni hanno anche una importante valenza paesaggistica.
Di antica tradizione è la viticoltura che seppur lontana dai fasti passati ha saputo rinnovarsi valorizzandoi i vecchi vitigni di avanà, griza, biquet, moucatél è blan de Dzalhoun.
L'attività foraggera risulta ridotta rispetto al passato ma gratificano ancora la vista i verdeggianti pianori del Verdzie, Baleu, Pouèizat, Paquie ed i prati del truc e di Vertsaoure.
La maggior risorsa attuale rimane lo sfruttamento del bosco per ricavare legna da ardere; la cura dei boschi previene gli incendi, conserva la stabilità dei versanti e il suo rinnovo ne permette la fruizione turistica.